giovedì 26 febbraio 2009
lunedì 23 febbraio 2009
Non sono stato io!
Cartolina da Montevideo
Sullo spiaggione di Atlantida, un po' fuori Montevideo la giornata sta finendo. Dopo aver dominato il cielo per tutto il giorno il sole ha già toccato il mare sulla linea d'orizzonte. Della marea di persone in spiaggia nessuno accenna ancora a muoversi, comincia ad alzarsi una leggera brezza. Mentre il sole scende nell'acqua si crea un silenzio innaturale. Poi, quando l'ultima parte di arco rosso scompare, parte un applauso generale. Qualche migliaio di persone che ringraziano e salutano il sole. Mi è sembrata una bella cosa.
mercoledì 18 febbraio 2009
martedì 17 febbraio 2009
Un fiorino!
Per arrivare nella Terra del Fuoco argentina bisogna passare dal Cile, trecento chilometri di nulla, dritti dritti, senza fermate. Potrebbe essere una pura formalità. Invece no: bisogna fermarsi alla dogana quattro volte, dogana argentina, dogana cilena, dogana cilena dogana argentina. Ogni volta bisogna scendere dall'autobus. compilare un modulo mettersi in fila presentarsi davanti al doganiere passaporti in mano. Il doganiere (che sulla giacca ha scritto "polizia investigativa" e ci tiene a farlo notare) non si limita a controllare il modulo e timbrarti il passaporto, ma ti osserva, ti esamina, pensa... pensa per qualche minuto. Tu sei li sulle spine, non sai come comportarti , cerchi di fare il tranquillo anche se non hai nulla da nascondere e ti aspetti da un momento all'altro una domanda trabocchetto tipo Tenente Colombo. Poi quando è soddisfatto ti fa passare e avanti il prossimo. Tempo medio dell'operazione un ora circa ogni autobus, quando va bene, potrebbero anche decidere di controllare tutte le valigie allora le ore diventano almeno cinque. Molto stretti i controlli sul passaggio di frutta fresca e carne cruda, non sia mai che qualcuno tenga in serbo un torsolo di mela nei tremila chilometri di strada argentina per buttarlo dal finestrino nei trecento chilometri cileni. Speravo che al ritorno le cose fossero più rapide, che bastasse dire come Troisi al doganiere di Non ci resta che piangere: "siamo quelli di prima", invece la trafila è identica, quattro dogane quattro ore.
lunedì 16 febbraio 2009
Difficile partire
Abbiamo lasciato Ushuaia. Dovevamo inizialmente trascorrere qui 3 giorni e sono passate 3 settimane. Quando scendi tanto in basso è difficile poi risalire... Ushuaia è una trappola, non ti lascia andare. La luce cambia costantemente e così pure il tuo stato d'animo, ciò che accade è che ti rende sempre più indeciso sulla data di partenza... andiamo, ma aspettiamo un attimo, però, potremmo partire, ma perchè partire, si sta così bene... insomma è stato difficile comprare il biglietto. E' tornata la famiglia dei proprietari di "casa nostra" e abbiamo passato un' ultima bella serata assieme. Ora sappiamo cosa è successo a Osa, è epilettica.
venerdì 6 febbraio 2009
Osa
Abbiamo un cane. Si chiama Osa (orsa) è una Labrador dal culo decisamente pesante. Una sera mentre passeggiavamo per la via lei faceva un po' quella che conosce la zona e porta in giro i nuovi del quartiere. Faceva la grossa insomma, ringhiava e teneva lontano tutti i cani che incontravamo, cani totalmente inoffensivi. Poi incontriamo un lupo/husky nero con un occhio bianco, molto simile a Marilin Manson. Osa, un po' perplessa, decide di rispettare il suo ruolo e gli ringhia contro, Marilin non accetta l'affronto, le salta addosso la strapazza un po' poi se ne va. A Osa viene un attacco di panico. Cade a terra di fianco, rigida come un cane playmobil. L'abbiamo riportata a casa in braccio tipo merluzzo surgelato. Dopo un quarto d'ora girava per casa facendo finta di niente. Ci siamo affezionati.
Luoghi estremi
giovedì 5 febbraio 2009
martedì 3 febbraio 2009
Ricordi
lunedì 2 febbraio 2009
Nettezza urbana
La raccolta differenziata a Buenos Aires funziona così: la sera si portano giù in strada i sacchi col pattume, indifferenziato. Poi passa il camion della nettezza urbana a prelevarli. Ma prima del camion passano i "cartoneros" che svuotano i sacchi, recuperano carta, cartone, plastica e tutto ciò che per loro è interessante, vendibile o commestibile, lasciando tutto il resto sparso per terra.
A Ushuaia invece i sacchi bisogna lanciarli in dei piccoli cestini collocati sopra un palo alto due metri, per evitare che i cani randagi li addentino. E i sacchi rimangono li, sul loro piccolo altarino, in ostensione per giorni. Ma cani locali sono un incrocio tra un labrador e Sergej Bubka e grazie alla loro particolare agilità arrivano a i sacchi, prendono tutto ciò che per loro è interessante, vendibile o commestibile, lasciando tutto il resto sparso per terra...
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